Swing Talks

Ruben Bellavia

A swing interview

Ruben Bellavia - Batterista jazz swing

Ruben Bellavia è un batterista jazz talentuoso e pluripremiato (in patria come all’estero). Tra le molte formazioni di cui è parte, citiamo il Fabio Giachino trio, insieme a Fabio Giachino (pianoforte) e Davide Liberti (contrabbasso). Lo scorso anno abbiamo avuto l’onore di ospitare tutti e tre per alcuni interessanti incontri di formazione sulla musica swing. Aspettando con ansia di riaverli con noi al più presto, ne approfittiamo per intervistare Ruben su alcuni aspetti della musica che potrebbero aiutarci come ballerini e come ascoltatori:

-Ciao Ruben! per cominciare ti pongo subito una domanda a cui tempo fa in sala prove abbiamo cercato di rispondere insieme (noi ballando e tu suonando). Qual è l’ingrediente segreto per far muovere le gambe ai ballerini?

Ciao Lindy Bros! Grazie per l’invito. E’ una domanda difficile. Nella musica “da ballare” credo che ogni musicista sul palco (non solo il batterista) debba cercare una sintonia con il corpo ed il respiro, e da questa farne uscire un bel feeling, rilassato e naturale. Inoltre in certi generi musicali si dovrebbe evitare quello che nel gergo chiamiamo “overplaying”, ossia il suonare più del dovuto.

Il batterista ha il ruolo di tener su la baracca quindi dobbiamo stare ancora più attenti!

-Con la seconda guerra mondiale, le grandi orchestre swing sono via via scomparse lasciando il posto al be bop (un tipo di jazz più libero e non adatto al ballo). Visto il grande ritorno dello swing negli anni 2000, voi jazzisti siete disperati?

Tutt’altro! La riscoperta di un certo sound, ritmi e groove è senz’altro una fonte di stimolo e di curiosità. Andare a ricercare le radici del jazz non può che aumentare la consapevolezza e arricchire il proprio modo di suonare.

-Suonare per i ballerini: dal tuo punto di vista quali sono i pro e i contro?

Più che pro e contro io parlerei di differenza di approccio. Il suonare per i ballerini può sembrare limitante per il fatto di doversi adattare a determinate velocità. Secondo me bisognerebbe invece far tesoro di questo elemento. Imparare dai ballerini a memorizzare le velocità che fanno muovere o anche solo battere il piede è un grande strumento per ogni batterista.

-Visto il grande pubblico che oggi lo swing richiama nelle sale da ballo, non tutti i ballerini conoscono alcune regole o abitudini che rendono possibile l’alternarsi dei diversi musicisti in un brano. Come fate a capirvi?

Si tratta di ascolto, ascolto e ancora ascolto. La musica jazz è tradizionalmente una forma d’arte “orale”. Ha una matrice ciclica che deriva dalla tradizione africana ed allo stesso tempo ha una grande libertà di movimento e dà grande spazio all’improvvisazione. Quest’ultima in genere si sviluppa all’interno di strutture e convenzioni. E’ un vero e proprio linguaggio, con tutti i suoi dialetti, eccezioni e innovazioni. E come ogni linguaggio il modo migliore per imparare è ascoltarlo.

 

-E arriviamo ora a una domanda clou…che sarà banale per ascoltatori esperti e musicisti, ma che per molti ballerini è vitale: come si fa a capire quando un brano sta per finire?

In genere un brano jazz, song o standard è composto da diverse sezioni: intro, tema, bridge (variazione) e coda. Facciamo ora un esempio di svolgimento di un brano jazz: intro, tema ripetuto per due volte, bridge (variazione), tema finale (spesso con una leggera differenza rispetto al tema iniziale), coda. Questa è quella che si chiama “struttura” del brano. La struttura viene poi ripetuta per gli assoli dei vari strumenti (a volte omettendo l’intro e la coda). Come si fa a capire quando finisce il brano? Cercando di riconoscere le varie sezioni. Il mio esempio è tuttavia molto generico data la vastità dell’argomento. Analizzare lo svolgimento dei brani è sempre utile, ma più di tutto bisogna ascoltare, ascoltare e ancora ascoltare per abituare l’orecchio a certe convenzioni.

-Chick Webb, Gene Krupa, Buddy Rich…batteristi e band leaders. Cosa dà in più a una swing band l’essere diretta da un batterista?

Le band dirette dai batteristi avevano un impatto visivo e mediatico molto forte. A partire da Chick Webb il batterista e la batteria hanno vissuto anni di gloria e spettacolarizzazione! Non credo che la differenza fosse molta dal punto di vista musicale ma senz’altro davano alla band un’immagine diversa.

-Molte persone oggi hanno imparato ad amare lo swing passando attraverso il Lindy Hop. Quali sono brani e/o musicisti dell’epoca swing che Ruben Bellavia consiglierebbe o che lo hanno influenzato?

I musicisti che mi hanno influenzato sono talmente tanti che trovo difficile fare un elenco. Senz’altro consiglierei Ellington e Basie come primi ascolti e già ne abbiamo da vendere! Adoro anche Fats Waller, Chick Webb e Cab Calloway. Consiglio l’ascolto del primo trio di Ahmad Jamal negli anni 58/59. Siamo più avanti rispetto all’epoca swing, ma il sound della band é incredibile e, secondo me, molto ballabile.

Ringraziamo il mitico Ruben Bellavia, è sempre un piacere poter lavorare con musicisti così professionali e così disponibili. E un grande in bocca al lupo a Ruben per tutti i suoi importanti progetti, professionali e non, da tutti noi Lindy Bros

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